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Immagine del redattorejennyfer di benedetto

Smart-working Jacket

Non avrei mai immaginato di scrivere quello che sto per scrivere...

Ma dobbiamo convivere con una realtà che, per quanto assurda, è attuale.

Ci siamo, da oggi è di nuovo #lockdown per alcune regioni.


Ho sentito molte amiche di Milano, costrette a dover rinunciare alla loro libertà e costrette a tornare a lavorare in #smartworking.

Così, parlando, ci siamo confrontate su quanto sia poco invitante acquistare online i capi di abbigliamento senza poterli poi "sfoggiare" (si perchè diciamo la verità andare a lavoro è come fare una sfilata ogni giorno).

Ma fermiamoci un attimo...

Ogni giorno ci svegliamo, ci laviamo il viso, ci trucchiamo e.... ci vestiamo.

Certo non ci vestiamo eleganti, con i tacchi o quant'altro, ma affrontiamo riunioni, video-call con colleghi o clienti, videochiamate con amiche o famigliari... e se vi dicessi che si può essere belle e comode anche da casa?

No vi prego, il pigiama no, anche se #tezenis ha praticamente esposto una vasta collezione di pigiami nei suoi store....però non si può stare tutto il giorno in pigiama!


Io vi propongo la mia Smoking Jacket...







Un acquisto consapevole da utilizzare anche quando tutto tornerà alla normalità.

Ma vi racconto come è nata l'idea... o, precisamente, qualche cenno storico.











Nel 1865 venne nominata così perchè tra la nobiltà e i gentiluomini britannici, era indispensabile disporre di una giacca da fumo, considerata la sempre più abitudinaria tendenza (specie dopo la Guerra di Crimea e i contatti con certe abitudini turche) di gustare, dopo pranzo, una piacevole fumata combinata con buon alcolico.

Da qui la nascita della “giacca per fumare”, la “smoking jacket” voluta dal figlio della Regina Vittoria.

Da buoni gentlemen, ci si preoccupò di indossare sopra il vestito da sera, che fino agli anni ottanta dell’800 venne identificato sostanzialmente con il frac, una giacca al fine di evitare di restare impregnati del forte odore di sigaro, che tanto disappunto suscitava tra molte donne all’epoca (e anche oggi).

Giorgio Mendicini, nel suo capolavoro “L’eleganza maschile”, definisce genericamente lo smoking come “una giacca conviviale per la sera – nera, senza code e con revers a punta di lancia”, mentre una delle sue versioni odierne, “con il collo sciallato, fu ripresa da quella che gli inglesi chiamavano smoking jacket (giacca per fumare), una sorta di veste da camera di velluto”.

Fù Grisword Lorillard che indossò lo smoking al Tuxedo Club, ambiente esclusivo nell’Orange County, New Jersey. Il che spiega perché questo completo da sera, d’obbligo nelle serate di teatro più eleganti e in occasioni speciali, specie se sull’invito è riportata la locuzione “black tie”, negli Stati Uniti d’America non venga chiamato smoking, ma “tuxedo” ovvero, specialmente dalle parti di New York City, “dinner coat”.


Riassumendo: prima di diventare una giacca da sera, sinonimo di estrema eleganza maschile, era considerata la "vestaglia" dei nostri giorni!

Così è nata la mia idea, una giacca "destrutturata" senza rinforzi, senza fodera e con un tessuto molto morbido quasi fosse una camicia, ma senza rinunciare all'eleganza di una giacca e alla comodità di un pigiama!


Puoi scegliere qualsiasi colore tra quelli proposti.

Vi verrà creata su misura.


Con Affetto Jey

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